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Gli elmetti di protezione hanno una scadenza?

Non è possibile pensare che un elmetto a norma possa durare all’infinito poiché, atteso l’uso continuo e costante dell’elmetto, il dispositivo di protezione andrà “revisionato???. Tutti i dettagli nell’articolo.

Prima di discutere dell’argomento, è doverosa una precisazione: nel presente articolo, facciamo riferimento solo ed esclusivamente a elmetti a norma CE e pertanto sottoposti a prove di compressione corredate da opportune certificazioni scritte conformi alle normative europee in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Questa categoria di elmetti, purtroppo, presenta una vita utile limitata, proprio in virtù delle prove di compressione stesse.

Non è possibile pensare che un elmetto a norma possa durare all’infinito poiché, atteso l’uso continuo e costante dell’elmetto, il dispositivo di protezione – che protegge il soggetto da oggetti contundenti che cadono dall’alto -, andrà “revisionato??? ogni cinque anni per verificarne la sua condizione di staticità. Quindi ogni cinque anni il singolo casco andrebbe inviato a revisione.

Infatti, indossare un elmetto non a norma oppure scaduto, non solo equivale a non indossare per niente un elmetto, ma nella maggior parte dei casi aumenta la probabilità che un eventuale incidente possa risultare fatale: un elmetto deteriorato, a contatto con un oggetto che cade dall’alto, subirà non solo una variazione in termini di deformazioni,  ma anche un cambiamento in termini di variazione di energia assorbita. L’eventuale urto pertanto, verrebbe percepito il doppio dal soggetto.

E’ necessario, dunque non solo di indossare l’elmetto di protezione, ma anche verificarne la scadenza e farlo revisionare ed eventualmente riacquistare dal datore di lavoro.Pensare alla propria incolumità è tanto un dovere quanto un diritto.

Come abbiamo detto, l’elmetto ha una durata di 5 anni, sempre che sia utilizzato conformemente alle istruzioni del fabbricante e sempre ché sia stato stoccato, in caso di non utilizzo, in luogo adatto. L’esempio negativo per eccellenza lo si vede, di solito, percorrendo con l’autovettura le strade. Spesso si incontrano autocarri o automezzi di imprese con l’elmetto appoggiato sul cruscotto. Tale situazione, sottopone il dispositivo a un repentino riscaldamento determinato dal sole e dal vetro del parabrezza. Essendo il nostro elmetto costituito da materiale termoplastico, non è difficile immaginare gli effetti negativi che, con il passare del tempo, procurano l’invecchiamento del d.p.i., compromettendone sicuramente le caratteristiche del materiale.

Su ogni esemplare o componente intercambiabile di DPI immesso sul mercato e sull’imballaggio deve figurare la data di fabbricazione e/o, se possibile, di scadenza, impressa in modo indelebile e senza possibilità di interpretazione erronea.

All’interno del casco oltre alla marcatura CE – EN 397 – completata dal contrassegno numerico dell’organismo di controllo, c’è il nome del fabbricante e un cerchio nel quale è indicato sia il mese che l’anno di costruzione del casco.

La durata di impiego dei caschi termoplastici può essere fissata in 5 anni . Per caschi in materiale duroplatici, la durata di impiego è limitata da eventuali danni meccanici ( Dopo una forte sollecitazione meccanica il casco di protezione deve essere sostituito).

Il datore di lavoro deve fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale, sentito il R.S.P.P e i medico competente, ove presente???. Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da € 2.000 a 5.000.

I diversi colori degli elmetti di protezione hanno tutti dei significati ben precisi che vale la pena conoscere.

 

La prima cosa da sottolineare è che non esiste una legge per regolamentare e stabilire quali debbano essere i colori da utilizzare per gli elmetti di protezione. In un cantiere infatti, è possibile indossare secondo la normativa vigente, elmetti di qualunque colore.
La legge non stabilisce neanche i ruoli suddivisi in base al colore degli elmetti, quanto piuttosto si orienta in maniera differente. Uno dei pochi decreti normativi che possono essere presi come riferimento a questo proposito è del 1990: si tratta del decreto ministeriale del 13 luglio, il numero 442. Questo decreto ministeriale sancisce che sul cantiere il personale si può distinguere con diverse tipologie di caschi ed i relativi colori. È possibile infatti far indossare un casco rosso al preposto ai lavori, mentre il giallo (il classico casco da cantiere) per l’operatore abilitato ed il bianco per il personale ausiliario.
Ma in realtà però, esistono altri colori di elmetti che vengono comunque utilizzati a prescindere da quello che questa normativa dice. La scelta dei colori dei dispositivi di protezione individuale, infatti è a discrezione del datore di lavoro. È proprio il capo a decidere quali sono i colori da utilizzare e perché. Ogni colore deve sottolineare la specifica mansione da svolgere sul cantiere ed inoltre, anche diversi luoghi di lavoro possono richiedere l’utilizzo di caschi di colori differenti. I dispositivi di protezione individuale devono essere però caratterizzati a seconda delle esigenze dei più.

Al di là di quelle che possono essere le decisioni del datore di lavoro rispetto alla scelta dei caschi di protezione da utilizzare, c’è da dire che in generale c’è una regola non scritta per cui gli elmetti possono essere suddivisi per colori e indicare specifici ruoli all’interno del cantiere:
-Innanzitutto, viene utilizzato l’elmetto rosso per identificare il capo cantiere oppure l’addetto alle emergenze e alle pratiche di pronto soccorso nel luogo di lavoro;

-Per quanto concerne invece l’utilizzo dell’elmetto grigio, solitamente identifica i tecnici impiantisti oppure elettricisti ed idraulici,

-L’elmetto blu invece è solitamente lasciato ai coordinatori per la sicurezza sia nella fase di esecuzione ma anche in quella precedente di progettazione;

-L’elmetto giallo va ad identificare gli operai generici;

-Quello bianco identifica gli ingegneri, gli architetti e gli altri tecnici addetti alla fase di progettazione.
A prescindere dai colori che vengono usati abitualmente, c’è da dire che a volte gli elmetti rossi per esempio, vengono utilizzati anche per coloro che gestiscono delle emergenze in precisi momenti. Nel caso di un gruista, potrebbe indossare un casco rosso proprio perché svolge un ruolo molto delicato sul cantiere.Il colore bianco invece viene quasi sempre indossato da coloro che hanno la funzione di direzione dei lavori e non dagli operai che invece devono sempre utilizzare il giallo.