Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza, in quanto la sicurezza è vita!

I D.P.I., (dispositivi di protezione individuale), sono quelle attrezzature destinate ad essere indossate e tenute dal lavoratore allo scopo di proteggerlo, questa la definizione teorica, ma nella pratica quali sono veramente i vantaggi dell’utilizzo e soprattutto gli obblighi di legge?

Prima di tutto i D.P.I. devono:

  • essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati
  • essere conformi alle norme per quanto riguarda il marchio CE
  • essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro e ai rischi da prevenire.
  • essere classificati a secondo dei rischi in prima, seconda e terza categoria in base all’entità del pericolo che il lavoratore potrebbe correre, da lieve a non controllabile                                                                                      Su questo argomento, il datore di lavoro, ha per legge un ruolo fondamentale e diverse responsabilità, come ad esempio: effettuare l’analisi e la valutazione dei rischi, provvedere che i D.P.I. vengano correttamente utilizzati dai propri lavoratori, e quindi informarli dei rischi dai quali questi dispositivi li proteggono.

Quando si parla di Dispositivi di Protezione Individuale di terza categoria è necessario l’addestramento all’impiego dei D.P.I..

Pertanto vengono organizzati dei corsi specifici in cui occorre la compilazione su appositi registri, accertando così che il lavoratore sia stato presente alla lezione e abbia seguito il programma e, più importante, che abbia compreso perfettamente l’utilizzo degli stessi e i rischi che si corrono nell’eventuale non utilizzo.

Il datore di lavoro deve assicurare una formazione adeguata e organizza, ove è necessario, uno specifico addestramento.

La formazione e l’addestramento all’uso di altre attrezzature e DPI di terza categoria, avviene nell’ambito dell’art. 37, in relazione della valutazione dei rischi specifica, di cui all’art. 111 D. Lgs. n. 81/2008.

Al lavoratore deve essere fornita informazione, formazione ed addestramento su rischi, utilizzo D.P.I. III categoria, procedure di lavoro, ecc. ai sensi dell’art. 77 comma 5.

Tutto questo può essere erogato dal datore di lavoro se può dimostrare competenza ed esperienza (cfr. art. 37 D.Lgs. n. 81/2008 comma 5: “L’addestramento viene effettuato da persona esperta e sul luogo di lavoro???), altrimenti il datore di lavoro affida il compito formativo a persone o enti competenti.

Infine, dopo la consegna, il datore di lavoro, ha l’obbligo di vigilare affinché i D.P.I. vengano usati. La vigilanza deve essere come quella del buon padre di famiglia che arriva a punire i figli che non ubbidiscono e che non tollera che diventino abituali azioni pericolose quali quella del mancato utilizzo del DPI.

Spesso ci chiediamo, il lavoratore può essere sanzionato se non usa i D.P.I.?

Sì, se il lavoratore insiste a non utilizzare il D.P.I. occorre attivare le procedure di richiamo, censura, multa, licenziamento secondo quanto previsto dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro in caso di disobbedienza senza giustificato motivo.

Personalmente penso però che, più che rilevare l’importanza del possesso dei D.P.I., sarebbe necessario insistere sulla consapevolezza dei lavoratori sull’importanza del loro utilizzo, perché proprio il loro “non uso??? è alla base della maggior parte degli incidenti che avvengono nel mondo del lavoro.

Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza, in quanto la sicurezza è vita!

ORGANIZZAZIONE DELLA SICUREZZA.

In base alla normativa vigente, la sicurezza e salute sui luoghi di lavoro deve essere il risultato concertato di più azioni svolte da una molteplicità di soggetti, lavoratori compresi, nell’ambito dell’organizzazione aziendale. In altri termini, la sicurezza sul lavoro non può essere ritenuta “un qualcosa in più??? nell’ organizzazione aziendale, ma deve essere, a tutti gli effetti, “parte integrante??? di essa. A tal fine, nell’ambito dell’organizzazione, devono essere presenti le cosiddette “figure di sistema???, ovvero figure professionali che devono svolgere una serie di compiti precisi, con l’obiettivo ultimo di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori.

 

 

 

 

 

“Era il 22 luglio 1975 quando il fotografo americano Stanley Joseph Forman, allora dipendente della testata giornalistica Boston Herald, venne chiamato per documentare un incendio avvenuto nei pressi di Marlborough Street.
Arrivato sul posto vide un vigile del fuoco che stava cercando di salvare due persone rimaste bloccate tra le fiamme nel proprio appartamento al quinto piano di una palazzina; per Forman sembrava essere la tipica giornata di lavoro caratterizzata dall’ennesimo e auspicabile salvataggio e articolo annesso.
All’improvviso però la scala d’emergenza cedette su se stessa e Diana Bryant (19 anni) e la figlia Tiare Jones (2 anni) caddero tragicamente nel vuoto.
Diana morì qualche ora più tardi in ospedale ma il suo corpo ammortizzò la caduta della piccola che riuscì così a sopravvivere; il vigile del fuoco riuscì invece ad aggrapparsi ad una trave un attimo prima che la scala cedesse sotto i suoi piedi.
Forman immortalò il momento grazie alla tecnologia della sua fotocamera motor drive, ma raccontò di aver distolto lo sguardo dall’obiettivo poiché non aveva la forza di assistere al tremendo impatto con il suolo.
La fotografia fece immediatamente il giro del mondo e gli valse il Premio Pulitzer, pose inoltre l’attenzione sull’importante problema della sicurezza del lavoro in caso di incendio o emergenze di vario genere.”

Accettiamo incarichi professionali di RSPP (Responsabile Del Servizio Prevenzione E Protezione)

ACCETTIAMO INCARICHI PROFESSIONALI DI RSPP(RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE)

 

L’Associazione SecurItalia, offre supporto nella gestione di tutti gli adempimenti richiesti dalle normative vigenti in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, igiene, antincendio, sistemi di gestione, ove richiesto assunzione di Incarico RSPP ESTERNO; Forniamo supporto alle imprese nella gestione della sicurezza e degli adempimenti aziendali in materia, nella risoluzione di pratiche aziendali in materia di sicurezza, nel supporto tecnico per la realizzazione di Sistemi di Gestione della Sicurezza garantendo la massima serietà e qualità nel servizio offerto.
La nostra professionalità viene inoltre offerta a servizio di numerosi Studi Professionali che hanno acquisito nello un partner di rilievo nella gestione delle pratiche relative a Sicurezza in Edilizia, Sicurezza sul lavoro, Incarico RSPP ESTERNO .

 

 

L’analisi delle lavorazioni nel PSC

A distanza di oltre 20 anni dall’istituzione del Piano di Sicurezza e Coordinamento e malgrado i decreti emanati per chiarire come si debba procedere alla corretta redazione dell’elaborato ci sono ancora molti dubbi in merito ai seguenti punti:
Punto 1: Analisi delle lavorazioni
Punto 2: scelte progettuali, procedure e misure preventive
Punto 3: Prescrizioni operative
Ci troviamo a consultare PSC nei quali sono:
– analizzate puntigliosamente tutte le lavorazioni;
– riportate, inoltre, le misure preventive da adottare per ogni lavorazione al fine di ridurre al minimo il rischio
– fornite prescrizioni operative per ogni lavorazione
Di fronte a tali elaborati, gli “integralisti delle interferenze??? storcono il naso. La tesi a loro supporto è: si devono analizzare solo le lavorazioni interferenti.
Di contro esistono PSC che analizzano, oltre all’area e all’organizzazione del cantiere, le sole interferenze che, in alcuni casi, non vengono nemmanco previste nel cronoprogramma. Si ottiene così un PSC che coordina il solo uso comune delle attrezzature, lasciando al CSE il compito di coordinare, in seguito, le eventuali interferenze che si verificheranno o rendendo il professionista un vero “despota??? in cantiere che pretende l’osservanza pedissequa del PSC e quindi niente interferenze.
Questi elaborati fanno nascere la convinzione che un PSC debba, per forza maggiore, essere di poche pagine e molto meno voluminoso di un POS.

Ma chi ha ragione? Come andrebbe redatto un PSC?
In questo articolo non voglio soffermarmi sul perché vi sia questa disparità di vedute o quale sia la ratio della norma che ha istituito la figura del Coordinatore per la Sicurezza in fase di progettazione e di esecuzione, né perché esso sia nominato solo se presenti più imprese esecutrici e non una unica impresa e più lavoratori autonomi, voglio soltanto illustrare come deve essere, a mio avviso, redatto un PSC, relativamente all’analisi
delle lavorazioni, in ottemperanza ai requisiti minimi richiesti dall’allegato XV del D.Lgs 81/08 e all’art. 100.
L’art. 100 ci dà la definizione di cosa debba intendersi per Piano di sicurezza e Coordinamento: «Il piano è costituito da una relazione tecnica e prescrizioni correlate alla complessità dell’opera da realizzare ed alle eventuali fasi critiche del processo di costruzione, atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi i rischi particolari di cui all’ ALLEGATO XI, con specifico riferimento ai rischi derivanti dal possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi nei cantieri interessati da attività di scavo, nonché la stima dei costi di cui al punto 4 dell’ALLEGATO XV.
Il piano di sicurezza e coordinamento (PSC) é corredato da tavole esplicative di progetto, relative agli aspetti della sicurezza, comprendenti almeno una planimetria sull’organizzazione del cantiere e, ove la particolarità dell’opera lo richieda, una tavola tecnica sugli scavi. I contenuti minimi del piano di sicurezza e di coordinamento e l’indicazione della stima dei costi della sicurezza sono definiti all’ALLEGATO XV.».
Stando alla definizione si tratta di una relazione tecnica che al suo interno presenta delle prescrizioni, atte a prevenire o ridurre i rischi per la sicurezza dei lavoratori, correlate alla complessità dell’opera e alle fasi critiche del suo processo costruttivo.

L’articolo in questione non cita le interferenze infatti risulta obbligatorio redige il Piano anche in presenza di più imprese operanti anche non contemporaneamente nello stesso cantiere, quindi il PSC va redatto anche se non ci saranno interferenze di lavorazioni tra imprese o tra lavorazioni della stessa impresa.
Il sostantivo “interferenze??? è presente nell’allegato XV e più precisamente nei punti 2.1.2 lettere a) ed e) nel punto 2.2.3 e nei punti 2.3 1,2 e 3.. Quindi il PSC dovrà valutare sia fasi critiche di lavorazioni non interferenti che le eventuali interferenze.

Come procedere quindi?
Un buon PSC nasce col progetto dell’opera e con esso si perfeziona. Nei lavori privati molto spesso il Coordinatore in fase di progettazione (quando non coincide col progettiste dell’opera) viene chiamato ad operare solo quando il progetto è ben definito ed ha ottenuto i suoi titoli autorizzativi e nulla osta. In questo caso il confronto puntuale col progettista (architettonico e strutturale se presente) col geologo e con la committenza associato ad un dettagliato sopralluogo, rendono la stesura del Piano di Sicurezza e Coordinamento quanto più precisa possibile.
Tralasciando l’organizzazione del cantiere il confronto è indispensabile anche per la definizioni delle fasi lavorative e la loro collocazione temporale.
Le tempistiche, spesso, sono ben definite e stringenti, sia nel pubblico con un cronoprogramma dei lavori sia nel privato con esigenze della committenza. Partendo da queste esigenze temporali, compatibilmente con una valutazione dei rischi, il CSP inizia la sua analisi.
Come detto in precedenza l’articolo vuole solo evidenziare l’aspetto delle lavorazioni tralasciando gli altri aspetti.
La lett. c del Paragrafo 2.1.2 dell’allegato XV ci specifica che: «il PSC contiene […] una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi concreti, con riferimento all’area ed alla organizzazione
del cantiere, alle lavorazioni ed alle loro interferenze»; stando alla norma il Coordinatore in fase di progettazione dovrà analizzare tutte le lavorazioni e le loro interferenze e quindi valutarne i valutarne i rischi concreti.
In termini pratici il CSP, confortato dalle indicazioni del progettista per mezzo del progetto architettonico e strutturale, dalla indicazioni sui materiali e tecniche che si vogliono adottare in cantiere, dal Computo metrico estimativo e dai dati reperiti durante i sopralluoghi, inizia la fase di analisi delle lavorazioni prevedendo:
– la sequenza temporale;
– la lunghezza delle singole fasi;
– i rischi concreti dell’attività: quelli specifici della lavorazione e quelli aggravati dall’area di cantiere con attenzione ai rischi particolari di cui all’allegato XI;
– tutte le più probabili interferenze tra lavorazioni anche dovute ad una stessa ditta.
In questa fase tali valutazioni restano solo analisi, il CSP in questa fase sta solo facendo una “fotografica??? della sicurezza del cantiere, non darà ancora soluzioni o prescrizioni.
Grazie a questa analisi si potrà redigere il cronoprogramma dei lavori e individuare le più probabili interferenze al fine del rispetto dei tempi previsti dal progetto compatibilmente con l’eliminazione o la riduzione dei rischi per i lavoratori; in caso contrario si prevedrà lo sfasamento temporale delle lavorazioni incompatibili.
Si passerà quindi alla fase prescrittiva ed organizzativa. In questa fase, il CSP aiutato dall’analisi fatta in precedenza indicherà:

– le misure preventive ed eventuali particolari procedure atte ad eliminare o ridurre i rischi relativi alle lavorazioni, ad esclusione di quelli specifici propri dell’attività di impresa, e alle loro interferenze.
In questa fase il CSP potrà prevedere, in base alle interferenze tra le lavorazioni, misure preventive e dispositivi di protezione individuali ritenuti necessari per eliminare un particolare rischio dovuto alle interferenze.
Ritornando alla domanda iniziale su chi abbia ragione o meno si può giungere ad una conclusione:
– le lavorazioni vanno analizzate tutte e per tutte bisogna fare una valutazione dei rischi concreti presenti nella fase;
– le scelte progettuali ed organizzative, le misure preventive e protettive, le procedure particolari andranno prescritte per le sole lavorazioni interferenti e al fine di ridurre o eliminare i rischi non specifici propri dell’attività di impresa.
L’analisi di cui alla lett. c del Paragrafo 2.1.2 dell’allegato XV assume un carattere prettamente descrittivo e va intesa come fase di studio e non inciderà sull’operato del futuro CSE in quanto non conterrà disposizioni, infetti alla lett.a, comma 1 dell’art 92 è riportato che il CSE «verifica, con opportune azioni di coordinamento e controllo, l’applicazione, da parte delle imprese esecutrici e dei lavoratori autonomi, delle disposizioni loro pertinenti contenute nel piano di sicurezza e di coordinamento di cui all’articolo 100 ove previsto e la corretta applicazione delle relative procedure di lavoro» non essendovi riportate disposizioni, il CSE non dovrà verificare tale Capitolo del PSC
Con il Decreto Interministeriale 09.09.2014 si è dato seguito a quanto previsto dall’art. 104 bis del D.Lgs 9 Aprile 2008 n. 81 sono stati introdotti i modelli semplificati per PSC, POS e PSS.
Nel modello del PSC la alla lett. c del Paragrafo 2.1.2 dell’allegato XV non viene riportata ma, nell’analisi delle lavorazioni nella casella del titolo è compare il seguente descrizione operativa: I rischi affrontati in questa sezione del PSC, oltre a quelli particolari di cui all’allegato XI del d.lgs. n. 81 del 2008, saranno quelli elencati al punto 2.2.3 dell’allegato XV, ad esclusione di quelli specifici propri delle attività delle singole imprese (2.1.2 lett. d) e 2.2.3). Andrà compilata una scheda per ogni lavorazione, analizzando tutti gli elementi della prima colonna sviluppando solo quelli pertinenti alla lavorazione a cui la scheda si riferisce.
Anche il DIM 09/09/2014 ritiene indispensabile l’analisi di tutte le lavorazioni ma si dovranno sviluppare quelli pertinenti alla lavorazione ad esclusione di quelli specifici propri delle attività delle singole imprese.
Quindi il ministero ha voluto semplificare la compilazione e la stesura del PSC lasciando l’analisi complessiva al solo brogliaccio del CSP e non dovendola descrivere nel PSC semplificato ma non ha modificato la dicitura presente nell’allegato XV.
In definitiva si redige un PSC standard dobbiamo (secondo quanto stabilito nei contenuti minimi dell’allegato XV) inserire una relazione sui rischi anche delle lavorazioni, se compilassimo il PSC semplificato tale obbligo viene meno.
Sarebbe meglio, a mio avviso, modificare la lett. c del punto 2.1.2 nella seguente:
c) una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi concreti, ad esclusione di quelli specifici propri delle attività delle singole imprese, con riferimento all’area ed alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni ed alle loro interferenze.

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Maltempo,disagi per migliaia frontalieri Strada interrotta, paese di Bondo in parte evacuato

VILLA DI CHIAVENNA (Sondrio), 1 SET – Seri disagi per migliaia di frontalieri che lavorano in alberghi, ristoranti e cantieri edili in Svizzera, a causa di una frana di grosse proporzioni caduta nella notte, causa i forti temporali, e una più piccola stamattina in Val Bondasca, nel territorio di Bregaglia (Svizzera), a pochissimi chilometri dal confine con l’italiana Villa di Chiavenna (Sondrio). La strada che porta al confine è ora interrotta. Il piccolo paese di Bondo (Svizzera) in gran parte è stato evacuato.

Harvey: Trump donerà 1 milione dollari Casa Bianca, dal suo patrimonio personale

WASHINGTON, 1 SETT – Donald Trump intende donare personalmente un milione di dollari in aiuti legati all’uragano Harvey. Lo ha annunciato la portavoce della Casa Bianca.

Tasso disoccupazione luglio sale a 11,3

Disoccupazione giovanile cresce, è al 35,5%

ROMA, 31 AGO – Il tasso di disoccupazione sale a luglio all’11,3%. Lo comunica l’Istat segnalando un aumento di 0,2 punti percentuali da giugno. Anche il tasso di disoccupazione giovanile aumenta a luglio e si attesta al 35,5%, in crescita di 0,3 punti da giugno. Il tasso di disoccupazione si accompagna a una crescita dell’occupazione grazie all’aumento delle persone attive nel mercato. Crescono soprattutto gli occupati over 50 anche grazie all’aumento dell’età per l’accesso alla pensione.

L’aumento della disoccupazione nell’ultimo mese coinvolge esclusivamente le donne (+4,6%) a fronte di una stabilità tra gli uomini. Il tasso di disoccupazione maschile si attesta al 10,3% (-0,1 punti percentuali), mentre quello femminile sale al 12,8% (+0,5 punti).

Continua il gran caldo, bollino rosso in 17 città

Saranno 14 giovedì. Ancora incendi. e le api sconvolte non producono più miele

Non si attenua l’ondata di caldo sull’Italia: mercoledì 9 agosto sono 17 le città con il ‘bollino rosso’, e giovedì il numero scenderà a 14. Con le temperature così elevate proseguono anche gli incendi: interessata in Abruzzo anche l’area di montagna nei pressi del punto di distacco della valanga che lo scorso 18 gennaio ha travolto l’hotel Rigopiano. Il grande caldo ha colpito anche le api provocando gravi ripercussioni sulla produzione di miele, crollata al minimo da 35 anni. Le previsioni indicano un calo entro la settimana delle altissime temperature che stanno opprimendo la Penisola ormai da diversi giorni.

Piogge al Nord dove si è già attenuato il caldo, mentre il resto dell’Italia dovrà aspettare la giornata di venerdì quando le temperature cominceranno a scendere, fino a 10 gradi in meno. Le previsioni dei meteorologi del Centro Epson Meteo-Meteo.it indicano che la nuova ondata di caldo della stagione è in via di esaurimento, e – se la tendenza sarà confermata – dovrebbe essere un Ferragosto dal caldo sopportabile.

“Nei prossimi giorni – affermano – al Centrosud e sulle Isole continueremo ad osservare temperature estremamente alte fino a giovedì con picchi ancora intorno ai 38-40 gradi; in seguito il caldo si attenuerà anche su queste zone, dapprima al Centro e sulla Sardegna, poi, tra venerdì e sabato, anche al Sud e in Sicilia. Il calo delle temperature al Nord sarà accompagnato da alcune fasi temporalesche, la più attiva di queste è prevista tra giovedì e venerdì, mentre al Sud probabilmente non si verificheranno precipitazioni di rilievo ancora per molti giorni. La siccità che sta colpendo da mesi il nostro Paese è destinata dunque ad aggravarsi e anche il pericolo incendi rimane estremamente elevato”. Il fine settimana, sempre secondo i meteorologi di Epson Meteo, vedrà un tempo soleggiato, con un clima gradevole e le temperature saranno decisamente più in linea con le medie stagionali.

 

Francia, veicolo contro militari alle porte di Parigi: sei feriti. Ricercato l’aggressore

Il mezzo ha travolto i soldati dell’operazione antiterrorismo Sentinelle a Levallois-Perret mentre uscivano dalla loro caserma ed è fuggito. Il sindaco: “Possibile attacco”

PARIGI –  Torna la paura in Francia dopo che un gruppo di militari dell’operazione antiterrorismo Sentinelle è stato investito da un veicolo, a quanto pare una Bmw, a Levallois-Perret, nel dipartimento di Hauts-de-Seine alle porte di Parigi. La prefettura locale ha riferito che i feriti sono sei, due in condizioni gravi. Ancora da chiarire la dinamica, ma inevitabile tornare con la mente agli attacchi terroristici che hanno sconvolto il Paese.

• RIUNIONE D’EMERGENZA A MINISTERO DELL’INTERNO
Il ministro dell’Interno francese, Gérard Collomb, si è riunito d’urgenza per seguire gli sviluppi della situazione dopo la presunta aggressione. Questa mattina, a Parigi, era in programma l’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva con il presidente Emmanuel Macron. Il Palazzo dell’Eliseo si trova esattamente di fronte alla sede del ministero dell’Interno in Place Beauvau.
• INDAGINI A TUTTO CAMPO
Nessuna pista è esclusa, precisano gli inquirenti che stanno lavorando sul caso sottolineando che al momento “Nulla è escluso: un atto terroristico, il gesto di uno squilibrato o un semplice incidente stradale”, dopo il quale il conducente è scappato.
• ATTO DELIBERATO
“Si tratta di un atto a priori volontario”, ha dichiarato il dipartimento di polizia di Hauts-de-Seine e dello stesso parere è il sindaco di Levallois-Perret, Patrick Balkany, che parla di ‘possibile’ attacco. Il primo cittadino ha raccontato che i fatti si sono svolti in Place de Verdun, non lontano dal municipio: “Un’aggressione intollerabile, la trovo vergognosa”, ha detto, spiegando che l’auto, che sostava in ‘attesa’, ha accelerato “molto velocemente”, travolgendo il gruppo di militari del 35mo reggimento di fanteria. Due di loro sono stati ricoverati in condizioni gravi all’ospedale militare di Percy-Clamart. Gli altri quattro hanno riportato solo lievi ferite.
• QUARTIERE BLINDATO
Grande spiegamento di forze nel quartiere della Place de Verdun, il luogo dove i militari sono stati investiti a pochi metri dal municipio: è stato eretto un perimetro di sicurezza.
Tra l’altro, Levallois-Perret, è sede della divisione nazionale antiterrorismo della Francia.Spero “con tutto il cuore” che l’aggressore dei verrà al più presto fermato. Lo ha scritto il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo, sul suo profilo Twitter. La prima cittadina di Parigi ha poi espresso tutto il suo sostegno ai militari colpiti.
Un’operazione di polizia è in corso per individuare il veicolo in fuga. Non è ancora chiaro se all’interno del veicolo ci fossero una o più persone. L’aggressione è avvenuta alle 8.35 di questa mattina, quando i militari impegnati nell’operazione anti terrorismo uscivano dalla loro caserma.